a cura di
Antonio Disingrini
Il libro, di oltre duecento pagine, raccoglie tutta la documentazione sopravvissuta alla chiusura della ditta Rotelli-Varesi, dopo la morte dell'ultimo titolare Cesare Varesi, avvenuta nel 1979.
Proviene da un solo faldone miscellaneo, contenente la documentazione raccolta da Clementina Varesi (sorella di Cesare) ed è costituito da documenti che percorrono tutto l'arco temporale dell'attività della ditta.
Nel libro sono stati trascritti solo i documenti che riguardano strettamente Giuseppe Rotelli ed il suo principale collaboratore, il genero Giuseppe Varesi, che diventa anche titolare della Ditta alla morte di Rotelli, nel 1942.
Si tratta di oltre 170 carte in maggioranza articoli di giornali, ritagliati o conservati interi da Clementina Varesi.
Nel numero sono compresi diversi atti di collaudo, locandine di concerto, alcune pubblicazioni (in cui interviene direttamente anche Giuseppe Rotelli) e progetti di organi costruiti dalla Ditta.
Sono inoltre compresi anche alcuni interessanti scritti di Clementina Varesi, in particolare quelli che riguardano la sua famiglia.
Un insieme di grande interesse che illustra, attraverso gli scritti, gli oltre ottant’anni di attività della Casa Organaria Rotelli-Varesi.
Giuseppe Rotelli, compie il suo intero arco lavorativo tra fine ottocento ed i primi decenni del novecento. Non nasce figlio d’arte (il padre è falegname), ma segue già dalla gioventù la sua passione per gli strumenti aerofoni quando, da autodidatta, inizia il suo percorso di organaro costruendo una fisarmonica.
Si forma in una importante casa organaria, la ditta Pacifico Inzoli di Crema.
Lì compie la sua formazione, lì inizia il suo percorso lavorativo, lì il suo “amore” per l’organo, diventa passione per la vita intera.
Dai documenti della sua attività, una piccola raccolta di carte di varia natura, più che un vero e proprio archivio, emerge evidente la figura di serio professionista, uomo integerrimo, buono e generoso, sempre pronto ad assecondare la sua clientela (a volte anche pagando di tasca propria), un uomo che ha desiderato, tutta la vita, di servire la Liturgia con i suoi organi a canne.
Nonostante sia di ridotte dimensione, questo suo archivio, attraverso le poche carte che contiene: i numerosi articoli di giornale, le attestazioni che giungono da eminenti organisti della sua epoca e i suoi stessi scritti, fa emergere la figura di un serio e prestigioso organaro.
Convinto assertore delle innovazioni in campo organario, ma, in questo, assolutamente allineato con il pensiero dell’epoca, sceglie consapevolmente la “modernità” ma è capace di grande perizia nel costruire organi secondo la tradizione antica (l’organo di S. Luca a Cremona lo dimostra), è una scelta convinta, che gli ha portato molto onore in vita, ma gli è costata anche molte critiche e giudizi severi dopo la morte, dimenticando forse che gli organi (tutti gli organi) vanno seguiti con una adeguata manutenzione, in particolare gli organi pneumatici, strumenti di grande delicatezza. Quanti strumenti di Giuseppe Rotelli sarebbero ancora attivi se fossero stati seguiti con cura?
Ha costruito organi per tutta l’Italia (in particolare per la Campania), l’elenco di nomi e luoghi del suo lavoro dimostrano chiaramente come fosse conosciuto e stimato nella sua nazione e rinunciò a tutte le commesse estere.
This publication contains the integral transcription of the documents contained in the archives of the Rotelli Varesi fi rm from Cremona. These organ builders, established by Giuseppe Rotelli, active between the end of 19th century until the second part of 20th century, were very famous at the time. Subsequently, their aesthetic philosophy went out of fashion and the fi rm was long forgotten, even if they built some interesting instruments for some important cathedrals. The archives have been conserved by the granddaughter of Giuseppe Rotelli, Mme
Clementina Varesi and are now been edited by Antonio Disingrini.
Collana d’arte organaria - LIV, 2018
cm 17x24 - pp. 1-260
ISBN 9788898958771
Euro 25,00