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LIII. I Bossi

a cura di
Giosuè Berbenni

 

Per la prima volta si approfondiscono le complesse dinamiche storiche  dei Bossi dal 1550. Un’opera unica di oltre 800 pagine in due volumi.

I Bossi sono un’antichissima dinastia di organari, tra le più importanti d’Italia, di origine comasco-ticinese, risalente a metà del secolo XVI. Realizzano due tipologie d’organo: quello detto barocco, di cui abbiamo pochi reperti del secolo XVIII, e quello detto romantico-risorgimentale, di cui, invece, esiste un buon numero di strumenti. Svolgono attività soprattutto in Italia del Nord, in alcune zone dell’Italia centrale e dell’Asia Minore.  Negli storici e nei musicisti, questi validi organari hanno sempre suscitato molta curiosità, fondamentalmente per quattro ragioni: l’origine remota; l’elevata considerazione verso i loro strumenti; l’attività territorialmente estesa; la ragguardevole quantità delle loro opere. Per questi motivi, i  Nostri costituiscono una realtà unica e di particolare interesse.  

La ricerca è suddivisa in quattro periodi:

  • Il periodo ticinese, dalla metà Cinquecento al 1670. Ambito temporale piuttosto oscuro.
  • Il periodo comasco, dal 1670 al 1703. Fase di formazione.
  • Il periodo bergamasco, dal 1703 al 1911. Epoca di fioritura, affermazione e di estinzione.
  • Il periodo torinese, dal 1850 al 1883. Arco temporale di espansione della bottega bergamasca in Piemonte, a seguito del trasferimento a Torino di Felice Bossi (1795-1873) con suo figlio adottivo Giacomo Vegezzi Bossi (1825-1883). Da qui germoglierà il rigoglioso ramo della Vegezzi Bossi con i due figli Carlo I (1858-1927) e Francesco I (1870-1943), la cui discendenza è ancora operativa col nome di Brondino Vegezzi Bossi.

Poiché manca il regesto dei loro organi, è stato d’obbligo, costruire il Catalogo che riporta circa 700 strumenti, tra nuovi, rifatti e ampliati, di diverse e contemporanee botteghe parentali, talvolta in confinanti abitazioni. Pertanto, al fine di comprendere le complesse dinamiche umane e professionali dei Nostri, emerse anche da atti notarili di divisioni ereditare, abbiamo studiato l’attività a seconda delle diverse titolarità: dal 1784 al 1835 in due botteghe; dal 1836 al 1844 in tre; dal 1845 al 1850 addirittura in quattro. A questo si aggiunga un breve profilo dei Bossi organari in Friuli Venezia Giulia, di cui ipotizziamo la discendenza da Gabriele I Bossi, che, nel 1635, è a Venezia per l’organo della chiesa di S. Salvatore. La loro lunga tradizione venne onorata dal buon nome dei componenti delle famiglie, in una rara continuità di professionalità, di qualità, di abilità e di gusto – malgrado le divisioni – a beneficio dell’arte musicale, della liturgia e dell’intera società.  I giudizi dei contemporanei sono di stima, confermati anche dai posteri, non solo per le caratteristiche timbrico-sonore e costruttive delle loro opere, ma anche per l’intelligente capacità di soddisfare le molteplici esigenze delle committenze, sia dal punto di vista contrattuale sia da quello organistico-musicale. L’estensione temporale e territoriale della loro secolare attività, contraddistinta dalla forte determinazione e operosità, collocano i Bossi tra gli organari italiani di maggior interesse. In questa logica, la presente opera editoriale si pone l’obiettivo di conoscere i protagonisti della grande tradizione organaria italiana, al fine di valorizzarne le opere. Una fatica preziosa da custodire nella propria biblioteca.

 

THE BOSSI'S ORGAN BUILDERS. The dynasty and the catalogue
by Giosuè Berbenni

For the first time ever the history of the Bossi’s has been deeply analysed starting from 1550.  A unique publication of over 800 pages in two volumes.

The Bossi’s are a very old dynasty of organ builders, among the most important in Italy,originally from the Como-Ticino area, known from 16th century. They realized two types of organ: the baroque one, of which we have only a few remains left from 18th, and the so called romatico risorgimentale ones,of which instead quite a few survived till present. The Bossi’s mainlyoperated in Northern Italy, but also in Central Italy and Asia Minor.
Among historians and organ players these skilled organ builders always attracted attention, due to four main reasons: their very ancient origin, their highly regarded instruments, their quite widespread area of activity, the high volumes of their production. For these reasons, the Bossi’s represent a very unique and interesting reality.

The research is divided into four parts:

  • The Ticino area times, from middle 16th century till 1670. An history still quite obscure.
  • The Como area times from 1670 till 1703. The time of their apprenticeship.
  • The Bergamo times from 1703 till 1911. The time of maximum development and latter ending.
  • The Torino times, from 1850 till 1883. The time of the expansion into Piedmont, following the move to Torino by Felice Bossi (1795-1873) together with his stepchild Giacomo Vegezzi Bossi (1825-1883). From here the glorious dynasty of the Vegezzi-Bossi flourished with Carlo I (1858-1927) and Francesco I (1870-1943), whose descendants are still active today as Brondino Vegezzi Bossi.

Since an original catalogue of their works does not exists, it has been necessary to completely make it from scratch, with over 700 works made by different members of this dynasty, including also rebuilding and modifications to older instruments. Due to this reason, the complicated biography of this family has been summarized accoerding to the different names that their workshops adopted over time: from 1784 to 1835 with two firms; from 1836 to 1844 with three; from 1845 to 1850 even with four. To this we should add a brief profile of the Bossi’s active in Friuli Venezia Giulia, that allegedely originated from  Gabriele I Bossi, whom in 1635, was in Venice for the organ in the S. Salvatore church. Their long standing tradition had been honoured by the good names of the family members, their abilities and high quality levels, despite the various divisions. The judgment of their contemporaries has always been very positive, not only for the quality of their instruments but also for their capacity to satisfy the different request from their clients. The widespread territory and time of their activities places them among the most interesting Italian organ builders. Following this logic, this publication aims to publicise the protagonists of the great Italian organ building tradition. A precious work to keep in our own library.

 

 

Collana d’arte organaria - LIII, 2017
cm 16,5x23,5 - pp. 1-800
ISBN 978-88-989584-4-3
Euro 100,00

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